Riflessioni semiserie sul fenomeno saga
Buongiorno a
tutti,
spero di non
annoiarvi troppo con questo post, ma vorrei parlare di una cosa su cui ormai
rimugino da tempo, che ha diversi campi d’applicazione.
Ho deciso di
chiamarlo “fenomeno saga”, non
brillando certo per fantasia, ma ritengo che questo nome racchiuda in sé già
buona parte del discorso.
Sappiamo
tutti bene che gli ultimi anni hanno portato alla ribalta un numero
impressionante di saghe, trilogie o n-logie,
sia su carta che sullo schermo. Grande o piccolo che sia. Impazzano le saghe
fantasy o distopiche, i telefilm
americani sono sempre più seguiti in ogni parte del mondo, una buona parte dei
film che escono al cinema prevedono sempre almeno due sequel, un prequel e
qualche spin-off. Persino la Disney non è immune al fenomeno, anzi ne è forse
una pioniera, avendo iniziato già intorno agli anni 2000 a pubblicare sequel di
cartoni di grande successo, anche se solo per televisione.
Insomma,
quello che voglio dire è che, specie nel campo della fantasia, non è facile
ormai trovare una storia autoconclusiva. Qualcosa che abbia un inizio, uno
svolgimento, una fine. Punto.
Ora, io non
sono certo un’esperta di dinamiche sociali, ma mi sono chiesta più volte a cosa
fosse dovuta questa incredibile passione per le saghe. Per cercare di avvicinarvi
al mio ragionamento procederò per esempi, utilizzando soggetti comuni e
conosciuti ai più.
Partiamo dai
libri.
Nomi come
Harry Potter, Hunger Games, Twilight, Divergent e via dicendo sono conosciuti
in tutti il mondo, grazie all’azione combinata di libri, film e gadget. Ma
potrei elencarne tanti altri, più o meno conosciuti, che sfoggiano una sequela
di 5-8 -10 libri ciascuno. La storia infinita, in pratica.
Sul primo
sono stati fatti sette libri, otto film, diversi libretti inerenti il mondo
magico, uno spettacolo teatrale che si è tramutato in libro, e ultimamente è
uscito persino un nuovo film ambientato nello stesso mondo ma con personaggi
totalmente diversi. Per non parlare della miriade di gadget, storie che
circolano in rete, siti internet dedicati e chi più ne ha più ne metta. Io,
essendo una grande fan della saga, ed essendoci praticamente cresciuta insieme,
non sono certo immune a tutto ciò, anzi posso dire di non essermi persa nemmeno
uno spillo del mondo Potteriano. Mi sono affezionata ai personaggi e mi piace
talmente tanto il mondo creato dalla Rowling che non vedo l’ora di scoprirne un
nuovo pezzettino. Ma proprio perché sono così “esperta”, mi sono resa conto che
da un certo punto in poi ci si stava allontanando inesorabilmente da ciò che
era veramente Harry Potter. Beninteso, non toccatemi i sette libri, che a parer
mio sono davvero ben fatti e pieni di originalità e fantasia.
Già i film,
però, sono stati curati in modo più grossolano, specie gli ultimi. L’ultimo
libro uscito, poi, non posso considerarlo che un prodotto separato dal resto,
un po’ per la struttura da sceneggiatura teatrale, un po’ per la storia, che
non ha la stessa magia e lo stesso appeal delle precedenti. Carina, per carità,
e mentirei se dicessi che non mi ha fatto piacere leggerla, però allo stesso
tempo mi sono chiesta, quanto è giusto cavalcare l’onda del successo
continuando a sfornare prodotti anche se di qualità inferiore?
Niente da
dire sul film de “Gli animali fantastici, dove trovarli” di recente uscita, che
avendo una storia completamente nuova e degli attori di tutto rispetto ad
interpretarlo, mi ha rapito completamente.
Hunger
Games, pur essendo una storia interessante, secondo me perde qualità nei libri
successivi al primo. Non me ne vogliano i super fan della saga, rispetto loro e
l’inventiva della Collins, che comunque ha creato una saga godibile e
innovativa. Però ho come avuto l’impressione che a un certo punto si cercasse
di dare un finale definitivo a una storia che di definitivo non aveva nulla. Il
mondo creato dalla Collins è molto complesso e difficile da gestire, per cui
era un arduo compito trovare una conclusione che non apparisse semplicistica.
Potrei
citare molti altri esempi, ma rischierei di fare un post fluviale, per cui mi
limito a dire che per un pugno di storie riuscite ne ho trovate molte di più
ridondanti, copie di altre scritte in precedenza, forzate. In più di un caso mi sono chiesta: “era
necessario scrivere così tanti libri?”
Un breve
discorso sul cinema.
Tralascio i
film tratti da romanzi, perché se no si ricadrebbe nel discorso precedente.
Anzi no… permettetemi un appunto. Cari registi/produttori / sceneggiatori, ma
perché diavolo sentite il bisogno di dividere sempre in due l’ultimo film della saga?
–ok, non sono ingenua, lo so che lo fanno per
soldi, ma a questo ci arriveremo dopo–
Talvolta
fate film frettolosi, tagliati nelle loro parti migliori, e poi all’ultimo vi
viene l’irrefrenabile voglia di rallentare e raccontare frame per frame la
storia dei poveri protagonisti? E poi suvvia, per ogni saga la stessa storia?
Che originalità.
Michael morning _ the Ultimate Marvel Movie Universe Timeline |
Detto ciò,
mi riprendo dallo sfogo e vi porgo un altro esempio: la Marvel. Da qualche anno a questa parte la Marvel sta producendo una
serie di film quasi tutti collegati l’uno all’altro. I suoi supereroi si
incontrano/scontrano, stringono alleanze o inimicizie, e ovviamente queste
relazioni hanno delle conseguenze sulla trama di Thor 34, Avengers 25 e Captain
America ventordici. Come, non li hai visti tutti? Corri!
Ecco, io
sono esattamente una di quelle che fino a poco tempo fa non li aveva visti
tutti, anzi ne aveva visti due o tre in ordine sparso… poi ultimamente, grazie
anche a degli amici Espertissimi, ho cercato di rimettermi in pari... ma che
fatica ragazzi! Sono davvero tantissimi, tanti i personaggi e tanti gli
intrecci, ho una confusione abissale in testa. Mi sa che dovrò prendere
ripetizioni.
Ciononostante,
sempre rimanendo in tema di film usciti di recente, Doctor Strange con Benedict
Cumberbatch mi è strapiaciuto, lui è semplicemente fenomenale!
I film
d’animazione meritano un discorso a sé: già quando ero bambina io, negli anni
90, non si sprecavano i sequel. Vi ricordate “Alla ricerca della Valle
Incantata”? O, come già detto, alcuni prodotti della Disney, Il re Leone 2, Cenerentola
2, Il ritorno di Jafar, la Sirenetta 2 ecc. ecc. (credo di averne visti solo un
paio). Attualmente ci ritroviamo con L’era Glaciale 1-2-3-10-10-1000,
Cattivissimo me, Alla ricerca di Dory, Toy story…
Ok, mi
direte, i cartoni sono sempre bellissimi, e di certo un bambino non va a
guardare alla qualità del prodotto ma rimane affascinato dai colori, dai
personaggi e dalle musiche. Però, dannazione, invece che creare storie nuove,
pur di vendere si rimane ancorati a prodotti che, per forza di cose, vanno via
via a calare di qualità e interesse.
Da Walt Disney |
La serie TV, poi, è il prodotto che più di
tutti porta all’esasperazione questa dinamica. I telefilm sono per loro natura
creazioni che si protraggono per lungo tempo, grazie alla suddivisione in
puntate e stagioni. [NON parlo delle soap opera, quelle non le nomino nemmeno,
mi vengono i brividi al pensiero]
In genere,
se le puntate d’esordio sono convincenti e hanno un buon numero di ascolti, la
serie va avanti, vengono prodotte nuove puntate e infine viene rinnovata per
una nuova stagione. E così via. Questo accade per la stragrande maggioranza di
telefilm, escludendo qualche miniserie che si è prefissata una determinata
storia da raccontare e non può finire in altro modo.
Tale
meccanismo di produzione come è ovvio incentra di più l’attenzione sul successo
della serie, sul numero di ascolti e la popolarità dei personaggi, più che
sulla storia in sé e per sé. Se ogni stagione potrebbe essere rinnovata per una
successiva, come è possibile ideare una storia interessante, ben costruita,
omogenea e che non scada mai nel banale? Come si può programmare un finale se
poi lo show deve continuare? (E in questo preciso istante Freddy Mercury intona
nella mia testa “the show must go oooon”).
Credo che
tutti prima o poi, guardando una serie in onda da diversi anni, ci siamo detti
“le prime stagioni erano migliori”, oppure “avrebbero dovuto chiuderla qualche
tempo fa”. Poi però rimaniamo a guardare, troppo affezionati a quei personaggi
per non sapere come va a finire.
Ho delle
amiche che guardano da una vita Grey’s Anatomy. Io l’ho scoperta molto più
tardi e mi sono guardata solo le prime tre serie, per cui non posso giudicare,
ma loro rimangono fedeli a Meredith e co. Per cui, dopo 13 stagioni, sono
ancora lì a commentare puntata per puntata. Eppure per loro stessa ammissione,
le prime stagioni erano molto migliori delle ultime. Ci sarebbero state
numerose occasioni per chiudere la serie in gloria. E invece no. Continuano a
rinnovare il cast, falcidiandolo senza pietà con malattie, incidenti, disastri
aerei e sparatorie, ma il Seattle Grace resiste ancora.
Non mancano
certo le serie che ho seguito per un certo periodo e poi ho abbandonato (più o
meno definitivamente… non si può mai dire): Smallville, The Vampire Diaries,
Arrow… perché? Perché alla lunga la trama si faceva sempre più fumosa, banale,
contorta, priva di appeal.
In fin dei
conti ho apprezzato molto di più serie più brevi ma meglio costruite, che
sapevano dove andare a parare.
Beninteso, a
me piace leggere saghe, vedere telefilm, seguire serie cinematografiche e
d’animazione. Sono la prima ad affezionarmi a personaggi, ambientazioni, love stories e quant’altro,
però mi rimane l’amaro in bocca quando mi rendo conto che man mano che la saga
va avanti c’è sempre meno testa e meno cuore da parte del suo stesso creatore.
E a volte preferirei rinunciare prima a certi personaggi, piuttosto che vederli
sciupati, scaduti, banali. Preferirei un vero finale, una storia integra ed
emozionante da cima a fondo, piuttosto che il prodotto di uno studio di marketing
in cui viene deciso a tavolino l’argomento che attira di più e la struttura che
frutta più denaro.
Detto ciò,
mi piacerebbe veramente tantissimo che
chi passa di qui mi dicesse la propria opinione in merito. Cosa ne pensate
delle saghe? Come mai secondo voi in questi anni ne fioriscono così tante? Le
amate, le odiate, siete d’accordo con quello che ho scritto o pensate che siano
un mucchio di sciocchezze? Avete qualche esempio di serie ben riuscite o traballanti?
Meglio
finire qui i miei deliri da nerd. Se avete avuto la pazienza di leggere fino in
fondo: grazie, siete degli eroi.
Spero di sentire tante opinioni!
Che bel post interessante Chiara.
RispondiEliminaIl fattore saghe è ormai all'ordine del giorno. Difficilmente si riesce a leggere un libro autoconclusivo e poi il seguito non viene certo pubblicato subito quindi si finisce per dimenticare certi dettagli quando si comincia il secondo o il terzo libro. Ultimamente ho preso l'abitudine di non lanciarmi su un libro primo di una saga ma aspettare se valga la pena e se si farà un seguito perchè poi ci sono anche delle serie interrotte ma questo è un'altro discorso.
Esempio. Ho adorato la saga degli Elementi e la saga Lux di Jennifer L.Armentrout ma l'ho letta di seguito aspettando un bel pò che venissero pubblicate tutte e mi sono trovata bene. Certo rispetto agli altri l'ho letta un pò in ritardo ma pazienza.
Cosa diversa invece è stata per Harry Potter o la Straniera di Diana Gabaldon dove l'ho letta man mano che usciva ma questo dipende dai gusti e anche dalle possibilità.
Non ho letto Hunger Game e non credo che lo farò perchè è una saga che non mi attira e, perdonatemi i fan, ma non mi ha entusiasmato nemmeno il film.
Per quanto riguarda la Marvel sono daccordo con te c'è una confusione enorme e vogliamo parlare di X Man? Un grande caos in testa. Le saghe sono belle quando sono poche secondo me, una triologia andrebbe più che bene, vedi Eragon, Il signore degli anelli ecc. ma secondo me quando diventano un numero spropositato si finisce per esagerare (qui c'è l'eccezione Harry Potter che tutti i libri valgono ma parlo da fan)
Ciao Susy!
EliminaAnche per me Harry Potter è L'eccezione, come ho detto sono cresciuta insieme ai libri quindi non posso che essere un po' di parte ;) Delle saghe che hai nominato la prima non la conosco, di Lux invece ho letto solo i primi due libri, quindi per ora non mi esprimo :)