Giornata mondiale del libro

Buongiorno a tutti e buona giornata mondiale del libro!

Forse vi chiederete, che cos’è? Domanda lecita, in un mondo dove sembra sempre una buona occasione per dedicare una giornata a qualcosa, qualsiasi cosa (lo dimostrano i doodles di google giornalmente).

La giornata mondiale del libro e del diritto d’autore nasce nel 1996, durante la Conferenza generale dell’UNESCO. Il suo scopo è di promuovere la lettura in un periodo in cui, troppo spesso, viene trascurata. Non solo, si vuole anche rimarcare il grande contributo che gli autori danno alla cultura  e all’arricchimento del singolo e della società.

Purtroppo i dati Istat parlano chiaro: negli ultimi anni si legge di meno, e non si parla di lettori fissi, ma di chi ha letto almeno un libro nell’ultimo anno. I sondaggi dimostrano che la percentuale si aggira intorno al 41,4% della popolazione italiana. Poco, troppo poco. Senza contare il fatto che, di questi solo il 14,3% legge almeno un libro al mese.
Sembrava che dal 2000 ci fosse un lento ma progressivo aumento dei lettori, tendenza che si è definitivamente invertita nel 2010, vuoi per la crisi che non ci fa spendere più in “frivolezze”, vuoi per i problemi che ci affliggono che non ci permettono più di sognare per un paio d’ore… l’anno.

[Dati reperibili in rete sul sito ufficiale dell’istat]

Io sarò di parte, siamo d’accordo, ma trovo difficile trovare scuse per un dato del genere. Non leggere nemmeno un libro all’anno non è dovuto né a mancanza di soldi, né a mancanza di tempo, né ad altri motivi che effettivamente possano limitare la libertà di una persona. E allora perché? Disinformazione, cattiva educazione alla lettura, pigrizia.
Il mondo dei libri è talmente vasto, comprensivo di così tanti generi e prodotti diversi, che è difficile non trovare nulla che riguardi i propri interessi. Ne deduco quindi che tante persone semplicemente non siano abituate a leggere, e snobbino l’attività tacciandola come noiosa solo perché non ci si sono mai dedicate.
Ci sarebbero poi da segnalare altri dati abbastanza significativi sull’argomento, come la distribuzione geografica, per età e per sesso dei lettori. Per esempio si evidenzia che le donne sono più propense alla lettura, e che la fascia d’età più coinvolta è quella tra gli 11 e 19 anni, forse anche grazie alle letture obbligatorie date dalla scuola.
Ma se i ragazzi finite le scuole smettono di leggere, mi si accende una lampadina… Non ci sarà qualche problema di fondo? E se la lettura venisse proposta in modo sbagliato e controproducente? Certo è che se gli insegnanti propinano gli stessi romanzi da 50 anni, magari conditi da commenti e analisi del testo, non mi stupisco che i più restii abbandonino la causa appena possono, specie nell’età in cui si richiede un “passaggio all’età adulta”, in cui compaiono le prime serie responsabilità e il tempo libero via via diventa sempre meno.



Cosa possiamo fare noi “libromaniaci” per diffondere il verbo e invogliare i nostri amici, parenti, conoscenti, a leggere di più? Oggi è un’occasione da sfruttare, ma soprattutto da cui prendere spunto per proseguire tutto l’anno. Grazie all’iniziativa ioleggoperchè, centinaia di “messaggeri” in varie città d’Italia nella giornata di oggi distribuiranno libri gratuitamente, leggeranno in luoghi pubblici quali piazze e mezzi di trasporto, e organizzeranno eventi di vario genere.
Se volete saperne di più sull’iniziativa andate sul sito ufficiale http://www.ioleggoperche.it/it/home/ , dove sono elencati tutti gli eventi principali nelle città più importanti di Italia. Ma una giornata non basta. Queste iniziative corali sono molto belle e molto istruttive, ma praticamente inutili se nascono e muoiono nel giro di 24 ore. Perché quindi non continuare tutto l’anno? Perchè non parlare più spesso di questa nostra passione, che ci riempie le giornate (o per meglio dire le nottate) e che ci fa sognare e tornare a casa dal lavoro di corsa per sapere cosa succederà nelle prossime pagine?


Se riuscissimo a far diventare ogni giorno il giorno del libro, forse qualche persona in più si innamorerebbe di questa splendidà attività.

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