Multiversum

Come giustamente mi è stato fatto notare in un commento (graditissimo!), a mio solito non sono riuscita a postare con regolarità... chiedo perdono! A mia discolpa posso dire che ieri ho dato un esame e oggi mi sento mille volte più leggera, fluttuo in una dimensione parallela fatta di relax, coccole e nuvolette rosa soffici... ma a proposito di dimensioni parallele...
Recentemente mi sono imbattuta in una saga fantasy, una delle poche scritte da un autore italiano: Multiversum, di Leonardo Patrignani. Devo ammettere che all’inizio mi ha catturato per la sua copertina, che nonostante non abbia quasi nulla di fantasy ha fatto apparire nella mia mente mondi lontani e architetture fantastiche. Leggendo la breve trama in copertina mi sono ripromessa di acquistarlo, cosa che infatti è avvenuta poco dopo.

Trama:
Milano, anno 2014. Alex vive insieme alla sua famiglia, gioca a basket e si barcamena tra scuola, sport e amici. Potrebbe sembrare un ragazzo apparentemente normale, eppure egli nasconde una particolarità che lo rende unico: a volte, nella sua testa, prende forma la voce e il volto di una ragazza, che lui non ha mai incontrato ma sente estremamente vicina. E’ sicuro, non si tratta di un sogno, né di un’allucinazione, quella ragazza esiste da qualche parte nel mondo.
Australia, anno 2014. Jenny ha sedici anni e una carriera da nuotatrice in corso. I suoi genitori sono molto orgogliosi di lei, eppure non sanno tutto. Non sanno che la ragazza continua a sentire una voce nella sua testa, la voce di un giovane, Alex, con cui riesce a parlare, che qualche volta riesce anche vagamente a vedere. Possibile che sia tutto frutto della sua immaginazione? C’è solo un modo per scoprirlo, affrontando la situazione di petto.
Alex, per fare chiarezza dentro di sé, decide di partire, all’insaputa dei propri genitor e con l’aiuto dell’amico Marco, alla volta dell’Australia, per incontrare finalmente quella che sente come un’anima affine. Jenny e Alex si danno appuntamento, parlando telepaticamente, ma una volta recatisi sul posto non riescono a trovarsi… com’è possibile, dato che affermano di osservare lo stesso panorama? Ben presto i due ragazzi scopriranno che ciò che hanno davanti agli occhi non è l’unica realtà possibile, e che la vita ha in serbo per loro piani ben più grossi, che potranno affrontare solo rimanendo uniti.

Devo necessariamente partire da una premessa: questo romanzo si basa su una teoria  pseudo-scientifica molto intrigante, ovvero la teoria del Multiverso. Dico pseudo non per sminuirne la portata scientifica, indubbiamente portentosa, ma per indicare come essa sia un insieme di teorie nate dalla necessità di spiegare alcuni fenomeni, ma non sia ancora stata effettivamente verificata. Un’ipotesi, dunque, ma con valide basi alle spalle. Illustri fisici si stanno ancora picchiando sull’argomento, quindi non sarò certo io nel mio piccolo a schierarmi a favore o contro di questa teoria.
Di cosa si tratta? La teoria classica del Multiverso, come dice il nome stesso, suppone che possano esistere, oltre alla nostra “dimensione spazio-temporale”, altri universi paralleli, strutturalmente identici, non connessi e aventi le stesse leggi fisiche, ma differenziati da ciò che succede al loro interno. Per fare un esempio pratico, è come se per ogni scelta che facciamo, ci sia un altro universo dove abbiamo scelto l’opposto.
Stasera vedo un film o leggo un libro? Lo richiamo oppure no? Ma anche, ho i capelli biondi o mori? Sono nata qui o dall’altro capo del mondo? Ne consegue ovviamente che potrebbero esistere infiniti universi paralleli.  [Dopo questa spiegazione semplicistica e inadatta, per chi volesse approfondire rimando alla rivista "le Scienze", numero di Ottobre 2011, e un altro del 2015 che ad oggi non trovo]


Da un lato se ci penso è spaventoso, dall’altro è semplicemente strabiliante. Non riusciamo nemmeno a concepire un solo Universo infinito, figuriamoci infinite dimensioni infinite…

Ok, la smetto di divagare. Ma tutto questo discorso ha un perché. La portata di questo argomento è immensa, ci si potrebbe scrivere un romanzo fantascientifico memorabile, da far rizzare i capelli in testa a Isaac Asimov (calma…). Tuttavia è anche un argomento estremamente difficile, complesso, pieno di sfaccettature, quasi impossibile da gestire per chiunque non conosca profondamente la materia.
Arriviamo quindi a parlare di Multiversum. Patrignani secondo me ha fatto un lavoro abbastanza buono con la fantasia, ha creato una storia intrigante, piena di colpi di scena, che in qualche modo tiene ancorati al libro fino alla fine, col fiato sospeso.
La scrittura è molto semplice, è palese che si tratti di un romanzo per ragazzi. A tratti da quasi l’impressione di leggere una favola. Però, anche se inizialmente il romanzo ha il sapore di un “teen- drama”, la trama si evolve in qualcosa di più, in un disegno più fitto e articolato che porta alla vera avventura che si dipanerà durante tutta la saga.
Però devo ammettere che alcune cose mi hanno lasciato perplessa. Alex e Jenny, specie all’inizio, sono personaggi un po’ incolori, hanno una personalità banale, non spiccano per alcuna qualità particolare, specialmente Jenny che personalmente mi è rimasta un po’ antipatica. Infatti, rispetto ai due protagonisti, risalta molto di più Marco, amico di Alex, genio dei computer, o per meglio dire genio in generale, che vive sulla sedia a rotelle a seguito di uno sfortunato incidente, ma in quanto a carattere è indubbiamente il più intrigante.

Più o meno verso metà, due terzi del libro ho avuto l’impressione che la trama subisse una brusca variazione di direzione, o per meglio dire un salto. Come se il livello a cui si era attestata fino a quel punto non bastasse più, e quindi fosse necessario saltare un po’ più in alto, con un balzo netto e frettoloso, senza la necessaria gradualità.
La narrazione si avvia verso il finale con un ritmo incalzante, gli avvenimenti si susseguono uno dopo l’altro senza lasciare il tempo di prendere fiato, e talvolta nemmeno per capirli fino in fondo. E’ facile, infatti, perdere il filo tra salti temporali, mondi diversi e personaggi improbabili. A dirla tutta, non tutti gli avvenimenti vengono spiegati in maniera appropriata.
Il finale lascia senz’altro con la bocca aperta e con tanta voglia di leggere il seguito.


Nel complesso, quindi, un’opera gradevole, che scorre veloce, adatta per una lettura poco impegnativa, ma con  tanti elementi che potrebbero essere migliorati, elevando così la saga a un livello decisamente superiore.

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