Vampire Knight
Un manga può essere splendido o bruttino, noioso o
entusiasmante, può avere disegni pregevoli o di poco conto… ma una volta che ti
è entrato nel cuore, quale che sia il motivo, non c’è verso di abbandonarlo, si
può non guardare per mesi ma prima o poi verrà la voglia di sapere com’è andato
a finire (sempre che prima o poi arrivi a una fine), cos’è successo a quei
personaggi a cui una volta eravamo tanto affezionati…
Questo strano fenomeno di attaccamento morboso mi è capitato
con un manga in particolare, forse perché è stato il primo che abbia mai posseduto
di cui non conoscessi già la storia a causa degli anime, e il primo ancora in
corso di pubblicazione al momento dell’acquisto.
Tale manga si intitola “Vampire Knight”, di Matsuri Hino. E’
uno shoujo con qualche sprazzo di shonen qua e là. L’ambientazione inizialmente
potrebbe sembrare banale: una scuola. Ci risiamo, penserete, la solita solfa
tra i banchi di scuola, ragazze in minigonne vertiginose che non si vedono
nemmeno nei night club, ragazzi bellissimi e stronzi, il classico tipo ribelle che
fa innamorare la protagonista… ebbene , non del tutto. Leggete la trama e
scoprirete perché:
Yuuki Cross è una
ragazza di sedici anni, piena di energia, figlia del direttore di una
prestigiosa scuola superiore, la Cross Academy. L’istituto mostra una
peculiarità: esso è diviso in due classi, la Day Class e la Night Class.
Quest’ultima è una sezione riservata a studenti eccellenti, che seguono lezioni
avanzate e svolgono ogni genere di
attività… O almeno questa è la facciata, la storiella che viene raccontata alla
comunità per nascondere lo spaventoso segreto degli iscritti alla Night Class:
i giovani promettenti sono in realtà vampiri, innaturalmente belli,
intelligenti, prestanti. Unica pecca è
quella voglia insaziabile di sangue, e il loro essere sostanzialmente creature
notturne. Per sconfiggere la fame essi si nutrono con compresse ematiche,
sostitutive del sangue.
Yuuki è una delle
poche persone a conoscere il segreto della Night Class, insieme al
collega/amico Zero Kiryu, ragazzo freddo e taciturno, che vive insieme a Yuuki
e il professore dopo aver perso la famiglia alla tenera età di undici anni. I
due ragazzi hanno il compito di favorire la convivenza dalle due classi,
tenendole sempre separate, ma senza lasciar mai trapelare la verità di cui sono
a conoscenza.
Tra le fila della
Night Class si erge, al di sopra di tutti, un vampiro, bello, aristocratico,
autorevole, l’unico tra gli allievi ad avere il sangue puro, discendente da una
delle famiglie Originali di vampiri: Kaname Kuran. Stare al fianco di un sangue
puro è considerato dalla comunità vampirica un onore, eppure il giovane sembra
mostrare una spiccata preferenza per l’umana Yuuki, scatenando la gelosia e il
risentimento di numerose giovani donne, vampire e non, e di Zero, la cui maschera di indifferenza
viene pian piano intaccata. Eppure Yuki e Zero scopriranno ben presto che le
loro vite sono legate molto più di quanto pensino al mondo di quelle creature.
Vampire knight è un manga che fonde il fantasy e il drama in
un gioco intricato di rivelazioni e colpi di scena. Inizialmente gli aspetti
che mi hanno colpito di più sono stati l’ambientazione, una scuola particolare
dai tratti un po’ gotici, e i personaggi, imbevuti della giusta quantità di
mistero e contraddizioni. Poi si, lo ammetto, all’epoca ero ancora in fissa con
tutto ciò che riguardasse i vampiri… chi non passa una fase un po’ stupidella ^^
Anyway, i disegni mi hanno conquistata fin da subito,
puliti, affascinanti, gotici (l’ho già detto gotici vero? Abituatevi a sentirlo
tante volte, perché è un genere che amo). I protagonisti sono ben tratteggiati,
nonostante la tendenza degli shoujo a donare anche ai personaggi maschili
tratti fin troppo delicati. Mi intrigava inoltre l’idea di aver trovato un manga
“da ragazze” che però promettesse anche azione e battaglie. Effettivamente
all’inizio la storia parte bene, veniamo a scoprire qualcosa sul passato di
Zero e di Kaname, sulla vita di Yuuki, sulle gerarchie esistenti nella comunità
vampirica, dei Vampire Hunter… insomma molte informazioni succulente su cui la
fantasia può tessere romanzi interi, aspettando l’uscita del fumetto
successivo. Immancabile è il triangolo amoroso, per non dire un intreccio di
sentimenti, ricambiati o meno, che hanno generato innumerevoli fandom in giro
per la rete...d’altronde un po’ di tifo non fa mai male. (Anch’io ho la mia preferenza, ma ve la dico dopo… forse)
Oltre ai
protagonisti anche alcuni personaggi minori si fanno amare via via, come
Hanabusa Aidoh e Akatsuki Kain, due
fedelissimi di Kaname. Del primo mi piace la spontaneità, nel bene e nel male,
del secondo l’estrema lealtà e i solidi principi.
Tra gli
umani ho apprezzato molto Yagari, letale cacciatore di vampiri, e Kaien Cross,
preside apparentemente svampito che tuttavia nasconde un’infinità di segreti
dietro il viso dolce e ingenuo.
La storia
corre spedita in apparenza verso una direzione ben definita, fino a un certo
punto la narrazione è ottima, niente è lasciato al caso… MA, c’è sempre un ma…
a un certo punto il caos.
Mi è molto
dispiaciuto per questo manga, perché si sarebbe meritato un corso molto più
limpido, fatti spiegati in maniera meno confusa. Invece improvvisamente
iniziano a accadere sempre più fatti sconcertanti e talvolta contraddittori, i
disegni si fanno più frettolosi, poco chiari. La trama si sfalda, come se il
filo a cui era stata aggrappata fino a quel momento si sfogliasse in tanti
piccoli filamenti senza un nesso appartente tra loro.
Il confine
tra buoni e cattivi non è mai stato molto netto in questo fumetto, è vero, e
questo è apprezzabile perché molto più realistico delle fazioni rigide e ben
definite dei manga per bambini. Tuttavia il gioco di alleanze e tradimenti
andando avanti con la lettura si fa talmente intricato che si fatica a
inquadrare un qualsiasi personaggio. E’ quasi esasperante non sapere più da che
parte stare.
I personaggi
inoltre aumentano, alcune new entry sono utili e sensate, altre hanno poca
ragione di esistere. Alcuni sono così
simili a personaggi già presenti che potrebbero essere confusi con essi.
La trama si
riprende un po’ verso il finale, quando l’autrice cerca di ricomporre un po’ il
puzzle per creare una degna conclusione. Certo spiegare e far combaciare ogni
cosa non dev’essere stato facile, però Matsuri Hino se la cava discretamente,
concludendo al 19esimo fumetto con un finale che sistema un po’ tutti.
Non ha
aiutato molto nemmeno il fatto che il ritmo di pubblicazione dei fumetti sia
calato sempre di più, fino ad arrivare a un misero semestrale (un agonia… e chi
si ricorda dopo sei mesi, tutto quello che è successo prima?). Capisco che il
lavoro dietro un singolo volume sia mastodontico, tra disegni, testo, revisioni
e quant’altro, però sei mesi di attesa sono veramente troppi…
Io in ogni
caso ho continuato a leggerlo, troppo affezionata ai personaggi per lasciarlo
perdere, troppo presa dalla storia per non saperne la conclusione.
Se
consiglierei la lettura? Non lo so, è un po’ un rischio… Però ci sta che ora
che è concluso, rileggendolo tutto di un fiato si attenui un po’ quella
sensazione di smarrimento che mi assaliva ogni volta che avevo tra le mani
l’ultima uscita.
Achtung! Spoiler!
Per chi sa
di cosa sto parlando, vi rivelerò in gran segreto (pffff…) a chi si è rivolto
il mio amore durante tutta la lettura del fumetto… rullo di tamburi… Zero
Kiryu! Della serie i belli e dannati vincono sempre. Nonostante qualche volta
sia fin troppo tormentato per i miei gusti, il suo passato è indubbiamente
appassionante, e la sua continua lotta contro se stesso e l’istinto vampiresco
che lo assale lo ammanta di un particolare charme. E poi boh… le scene tra lui
e Yuuki sono talmente intense che al confronto Kaname sembra una femminuccia
(ok questo non lo dovevo scrivere, ora qualcuno mi picchia).
Bene, dopo
aver tirato fuori tutto in una volta il lato bimbominchioso sopito in me, che
provvederò a rimettere presto a dormire speriamo per sempre, vi saluto… al
prossimo Let’s read a Manga!
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