Giornata della Memoria 2016

Oggi, 27 gennaio, si celebra la Giornata della Memoria, per ricordare tutte le vittime dell’Olocausto, coloro che hanno vissuto in prima persona gli orrori dei campi di sterminio, coloro che si sono battuti per far cessare tali orrori, e coloro che hanno aiutato il popolo ebraico a sfuggire al proprio destino. 27 gennaio, giorno in cui le truppe dell’Armata Rossa giunsero nel campo di concentramento di Auschwitz, liberandone i superstiti e scoprendo la terribile realtà celata al suo interno.
Non esistono parole sufficientemente calzanti per rendere omaggio a queste persone, per piangerne la scomparsa. L’unica cosa che una figlia dell’età del benessere come me può fare, con umiltà, è dare un piccolo contributo alla memoria, con la speranza che una tragedia di tale calibro non flagelli mai più il nostro mondo.
Lascio questo gravoso compito alle pagine di alcuni libri, dai più classici ad alcuni recenti e poco conosciuti, libri che ho letto durante la mia vita e che mi hanno insegnato più di qualsiasi lezione di storia la brutalità della Shoah e in generale di qualsiasi guerra.




Non dimentichiamo.
Non dimentichiamo che la mente umana non partorisce solo cose belle.
Non dimentichiamo che la guerra porta sempre e solo dolore e distruzione.
Non dimentichiamo che praticare una diversa religione non vuol dire essere diverso.
Non dimentichiamo che il colore della pelle non non vuol dire essere diverso.
Non dimentichiamo che l’amare una persona dello stesso sesso non vuol dire essere diverso.
Non dimentichiamo che non esiste una razza superiore, siamo tutti uguali.
Non dimentichiamo quanto può essere pericolosa la propaganda, l’indottrinamento.
Non dimentichiamo di pensare con la nostra testa, altrimenti nulla ci distinguerà da un branco di pecore.
Non dimentichiamo, perché ricordare è l’unico modo per mantenere la nostra umanità.

Libri per ricordare.
 
Due grandi classici

       Se questo è un uomo, Primo Levi

Testimonianza sconvolgente sull’inferno dei Lager, libro della dignità e dell’abiezione dell’uomo di fronte allo sterminio di massa, Se questo è un uomo è un capolavoro letterario di una misura, di una compostezza già classiche. E’ un’analisi fondamentale della composizione e della storia del Lager, ovvero dell’umiliazione, dell’offesa, della degradazione dell’uomo, prima ancora della sua soppressione nello sterminio.

         Il diario di Anna Frank


Giorno per giorno, dal lunedì 15 giugno 1942 al 1 agosto 1944, una bambina olandese di tredici anni registra in un grosso quaderno la sua scoperta del mondo: angosce, illusioni, sogni e speranze rivelate a una immaginaria amica di nome Kitty. E’ un’anima, questa della piccola Anna, che sboccia alla vita e all’amore nel chiuso di un nascondiglio, in una ovattata prigione familiare, braccata coi suoi dalle SS germaniche, murata viva nei pochi metri quadrati dell’alloggio segreto. Mentre fuori la guerra divampa in tutto il suo furore, due famiglie, i Frank e i Van Daan, convivono qui unite da uno spaventoso destino, leggendo e litigando, pregando e imprecando, ascoltando i bollettini radio con l’orecchio sempre teso a ogni rumore esterno. In questo clima nascono i singolari appunti di Anna.
[…] Una pura voce di poesia in mezzo all’orrore di un mondo selvaggio.

Per non dimenticare che gli orrori si nascondono ovunque


Avevano spento anche la luna, Ruta Sepetys


Lina ha appena compiuto quindici anni quando scopre che basta una notte, una sola, per cambiare il corso di tutta una vita. E’ il 14 giugno del 1941 quando la polizia sovietica irrompe con violenza in casa sua, in Lituania. Lina, figlia del rettore dell’università, è sulla lista nera, insieme alle famiglie di molti altri scrittori, professori, dottori. Sono colpevoli di un solo reato, quello di esistere. Verrà deportata. Insieme alla madre e al fratellino viene ammassata con centinaia di persone su un treno e inizia un viaggio senza ritorno tra le steppe russe. Settimane di fame e di sete. Fino all’arrivo in Siberia, in un campo di lavoro dove tutto è grigio, dove regna il buio, dove il freddo uccide sussurando.
Ma c’è qualcosa che non possono togliere a Lina. La sua dignità. La sua forza. La luce nei suoi occhi. […] Lina si batte per la propria vita, decisa a non consegnare la sua paura alle guardie, giurando che, se riuscirà a sopravvivere, onorerà per mezzo dell’arte e della scrittura la sua famiglia e le migliaia di famiglie sepolte in Siberia.


Per i più piccoli

          Stelle di cannella, Helga Schneider

Germania, 1932. Nel tranquillo e benestante quartiere di Wilmersdorf il periodo natalizio è annunciato dalle grida gioiose dei bambini che giocano a palle di neve per strada. A Wilmersdorf la gente è speciale, nessuno cerca di imbrogliare il prossimo e sembra che tutti debbano vivere per sempre in armonia e serenità. David, figlio del giornalista ebreo Jacob Korsakov, e Fritz, figlio del poliziotto Rauch, sono amici per la pelle e compagni di banco alla scuola elementare, la sorellastra di David è fidanzata con il figlio del noto architetto Winterloh, persino i gatti di Fritz e David sono inseparabili…
Ma la rapida ascesa del partito nazista in Germania inizia a strappare questo velo di apparenza, finché lo squarcio non si allarga al punto da stravolgere le abitudini del quartiere. Le conseguenze assurde, quasi grottesche, rivelano la vera natura delle persone, la paura, l’ipocrisia, l’ambizione e l’egoismo.

Per denunciare gli orrori dell’odio e della guerra, qualsiasi essa sia

Pappagalli verdi, Gino Strada
      
Gino Strada arriva quando tutti scappano, e mette in piedi ospedali di fortuna, spesso senza l’attrezzatura e le medicine necessarie, quando la guerra esplode nella sua lucida follia. Guerre che per lo più hanno un lungo strascico di sangue dopo la fine ufficiale dei conflitti: quando pastori, bambini e donne vengono dilaniati dalle tante mine antiuomo disseminate per le rotte della transumanza, o quando raccolgono strani oggetti lanciati dagli elicotteri sui loro villaggi. I vecchi afgani li chiamano pappagalli verdi. Questo libro ci consegna le immagini più vivide, i ricordi più strazianti, le amarezze continue dell’esperienza di medico sugli scenari di guerra del nostro tempo.




Questi sono solo alcuni, e forse non i più significativi, dei tanti romanzi, film, saggi, documentari dedicati alla Shoah, alle guerre, alle milioni di vite perse in queste follie umane. E’ nostro preciso compito alimentarne la diffusione, non importa con quale mezzo. L’importante è non dimenticare.

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