Fra sogni e Lacrime, Alberto Vassale
Ho guardato la pagina bianca di Word per lungo tempo prima
di decidermi a scrivere questo post, e non perché non sapessi cosa scrivere.
Piuttosto perché avevo bisogno di riordinare le idee, dar loro una precisa
direzione e capire come fare a far seguire anche alle parole quella direzione.
Tra sogni e lacrime è
un breve romanzo scritto da Alberto Vassale. Nato a La Spezia, mio
concittadino, descrive luoghi e situazioni che mi sanno di casa, e anche per
questo mi è ancora più difficile
distaccarmi da una visione soggettiva della storia. Nonostante ciò sono fermamente convinta che chiunque, dalla Sicilia alla Val d'Aosta, possa apprezzare queste pagine, per ragioni tutt'altro che personali. E’ un libro che si legge
tutto d’un fiato, e non solo per la sua brevità: l’ho finito di notte, chiusa
in camera con la luce bassa bassa. Semplicemente non potevo smettere perché ero
entrata dentro il racconto, mi ero fusa coi personaggi e non li avrei
abbandonati fino all’ultima riga.
La storia è semplice, ma allo stesso tempo molto complessa,
perché parla di vita. La vita vera, quella di tutti i giorni, i dubbi e le
paure della giovinezza, l’affacciarsi al baratro della maturità e sentirsi
persi. Davide, il protagonista, è il classico ragazzo che sta ancora cercando
se stesso. La vita gli ha donato una bella famiglia, discreti voti a scuola, un
aspetto gradevole e una timidezza che lo rende un po’ impacciato, specie con le
ragazze. Ordinario, insomma, non certo come il bulletto della classe, re delle
discoteche, circondato da belle ragazze,
intrigante grazie al cognome straniero ereditato dal padre che vive a Los
Angeles. Credo sia un sentimento comune a quell’età sentirsi un po’ in difetto,
un po’ invidiosi di quelle persone che ottengono popolarità senza particolari
meriti. Eppure non è giusto fare tali
distinzioni, perché ognuno di noi è straordinario nella sua ordinarietà. Ognuno
ha talenti, persone care, motivi di orgoglio, ma anche problemi, difficoltà,
insoddisfazioni. Solo che proprio perché al mondo siamo tutti diversi,
decidiamo di esternare le nostre emozioni
in modi e tempi diversi. Il proprio momento arriva per tutti, prima o
poi.
E il momento di Davide arriva durante un viaggio in treno,
di ritorno dall’Università, quando conosce lei. Eva, la ragazza che gli
cambierà la vita. Il filo rosso che lega i due giovani non è altro che la
musica, potentissimo strumento di unione, mezzo per condividere emozioni.
Tramite la passione comune in due ragazzi si scoprono sempre più affini, fino a
far sbocciare una romantica e dolcissima storia d’amore. Davide è incredulo,
ebbro di felicità, come solo un innamorato può essere.
“Ancora non riuscivo a capacitarmi di come fosse
possibile che due occhi così belli avessero potuto scegliere i miei per
dividere insieme uno sguardo”
Una frase come questa sprofonda nel cuore e si deposita lì,
tra un palpito e un altro. Tuttavia l’amore non è mai facile, nemmeno per due
persone che si amano alla follia.
Non è facile per Davide, schiacciato da tutte le
responsabilità che porta l’impegnarsi definitivamente con una persona. Lo
vediamo, nei continui salti tra presente e passato, spaesato e confuso da una
vita che cambia troppo in fretta e non aspetta nessuno. Siamo con lui, condividiamo
le sue insicurezze, mentre riempie scatoloni pensando a un’era che finisce, al
trasloco imminente, alla nuova vita che verrà. Egli cerca solitudine ma non
disdegna una mano amica, la paura lo frena, ma in fondo al suo cuore ha una
gran voglia di saltare. Mi sono immedesimata tanto in questo ragazzo, che si
sta rendendo conto di star divenendo un uomo ed è paralizzato dai dubbi.
Non è facile nemmeno per Eva, vittima delle stesse paure e
lacerata dentro da una colpa che sa di avere ma che non ricorda. Si strugge,
pensando a come risolvere la situazione, per non ferire le persone che ama ma
nemmeno prenderle in giro. Non sa se affidarsi alla ragione o al sentimento,
per citare l’intoccabile Jane Austen.
“Strana razza gli uomini: padroni di un mondo interno
eppure inermi schiavi dell’eterna lotta tra ragione e cuore.. forse questa è la
più antica delle battaglie, prima di ogni legge, ogni tabù, ogni nemico… Una
battaglia iniziata e mai conclusa. Forse perché è l’unica in cui non esistono
né vincitori né vinti. Forse perché l’unica via di salvezza sarebbe un
pareggio, ma ciò è assurdo in una guerra”
Il problema sta tutto lì, non si può essere sempre schiavi
della razionalità, bisogna scendere a patti con se stessi e accettare che prima
o poi accadrà qualcosa che ci farà agire d’impulso, senza pensare alle
conseguenze. Purtroppo le conseguenze ci sono, e in certi casi possono essere
devastanti, ma non si può sperare di avere la situazione sotto controllo in
ogni momento della nostra vita. E al contrario, agire solo seguendo il cuore
alla lunga non porta alla felicità, le sicurezze si sgretolano, l’equilibrio si
rompe.
I due ragazzi devono affrontare una sfida che gli pone
davanti mille domande senza risposta: diventare genitori. Così risponde Davide,
in un dialogo interiore con il figlio non ancora nato:
“Non
so se sarò capace di essere un buon padre, se sarò capace di insegnarti la
vita, quando neppure io sono in grado di viverla e di capirla; forse ti potrò
almeno tenere in guardia dagli errori che io stesso ho fatto; forse non ti
potrò capire, ma la mia mano sarà sempre tesa a offrirti un aiuto sincero.
Magari non sarò un maestro per te; un complice, questo sì… non so cosa e quanto
avrò da offrirti, ma ti giuro che ci metterò tutto me stesso affinché tu possa
trovare in me un riparo sicuro. Ho passato la maggior parte di questi
venticinque anni di vita a creare e a rincorrere sogni senza mai poterli
davvero incontrare. Ma adesso… adesso è diverso: ora li posso percepire,
toccare, sentire, vivere… ora che finalmente ho visto dove i sogni si tingono
di realtà.”
Ad accompagnare questa bella storia d’amore
si intrecciano le storie degli amici di Davide e Eva. Anche l’amicizia si
evolve durante il racconto. Alcune grandi amicizie rimangono salde,
incrollabili, anzi se possibile si rafforzano. Bello il rapporto tra Davide e
le sue Charlie’s Angels, a dimostrazione del fatto che l’amicizia tra uomo e
donna può esistere, e non solo quando si ha sette anni in due. Grandiosa la
descrizione di Martina, che sforna sogni uno dopo l’altro e cerca la sua strada
a tentativi.
Alcune relazioni si sfaldano, altre si
saldano, a causa del tempo, della lontananza, dei diversi interessi, di
qualsiasi cosa porti due persone su strade diverse. Il legame con Fabrizio,
amico del Liceo, si risolve in qualche saluto imbarazzato e due chiacchiere di
circostanza dopo anni di silenzio. Con Antonio, invece, dalla convivenza nasce
una bella e solida amicizia, che li porterà a sposare le donne della loro vita
insieme, spalla a spalla.
Certe storie nascono all’improvviso e poi
sfioriscono, altre non sono che illusioni, ma alcune sono destinate a durare
per tantissimo tempo. In eterno? Nessuno può dirlo, ma bisogna continuare a
lottare per far avverare il sogno. Alberto Vassale ci racconta tutto questo e
anche di più. Ci fa compagnia durante il nostro viaggio, con i suoi personaggi
vivi, veri, in cui sono convinta anche lui abbia messo un pezzetto d’anima. E
con grande acume riesce a cogliere le sfumature dei sentimenti e delle
situazioni, i turbamenti e le gioie che muovono i giovani. Per poi giungere al
finale, inaspettato e scioccante, che chiude il racconto come una struggente
poesia.
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